Diversa come te – Viaggio nella società multiculturale- Uno sguardo libero sul mondo

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Ogni storia è contenuta dentro un mondo che è fatto di realtà misurabili, ma che non si riduce a esse. Ogni numero è contenuto dentro una storia, che lo rende fondamentale per capire il mondo e che dà corpo alle scelte che, a partire da questi dati, si possono iniziare a compiere. Per il popolo ebraico non esiste regola che non sia dentro una storia, e non esiste storia che non proponga una regola. Halakah, prescrizione e Haggadah, narrazione, non sono separabili.


Confronta
Categoria:

Descrizione

Ogni storia è contenuta dentro un mondo che è fatto di realtà misurabili, ma che non si riduce a esse. Ogni numero è contenuto dentro una storia, che lo rende fondamentale per capire il mondo e che dà corpo alle scelte che, a partire da questi dati, si possono iniziare a compiere.

Per il popolo ebraico non esiste regola che non sia dentro una storia, e non esiste storia che non proponga una regola. Halakah, prescrizione e Haggadah, narrazione, non sono separabili. In modo simile agisce questo prezioso libro; la speranza è che chi lo legge inizi a contare e raccontare, a fare la pace con il mondo dei numeri e a tornare ad ascoltare le storie. Perché uno è l’uomo, una è l’umanità, una è l’intercultura, proprio perché migliaia, milioni, miliardi sono le culture.

Informazioni aggiuntive

Collana

Anno di pubblicazione

Formato

Pagine

152

ISBN

978-88-32152-48-7

2 recensioni per Diversa come te – Viaggio nella società multiculturale- Uno sguardo libero sul mondo

  1. Marta Lock

    Nella società contemporanea il multiculturalismo è divenuto un elemento essenziale del vivere quotidiano, nonostante le resistenze a cui spesso si è costretti ad assistere, un po’ per mancanza di una solida base orientata all’accoglienza del diverso inteso non come una minaccia bensì come un arricchimento, e un po’ perché la maggiore difficoltà che si incontra reciprocamente, accogliente e accolto, è quella di un’incomunicabilità generata dalla mancanza di informazioni, di conoscenza di usi e costumi, di abitudini e di diverso approccio alla vita delle due culture che si incontrano. Monica Buffagni, insegnante di lingua italiana, poetessa e autrice di saggi, per cui una visione multiculturale è alla base della sua ricerca sociale ma anche di tutta la sua produzione letteraria, parte dal punto focale dell’esigenza di un’apertura empatica nei confronti delle diversità culturali per il suo saggio Diversa come te, una pubblicazione in cui emerge l’importanza di un corretto approccio a questa realtà sociale e del ruolo della lingua italiana, appresa, insegnata, vissuta, per gli immigrati per poter uscire dal guscio della propria origine, una lingua spesso mantenuta in famiglia come unico modello di riferimento, che è invece fondamentale per divenire parte attiva e completamente coinvolta nella cultura del paese di accoglienza, quello scelto per proseguire la propria vita. Non si parla di integrazione nel libro della Buffagni, perché in qualche modo questo termine presupporrebbe un adeguamento unilaterale alla cultura ospitante, bensì si parla di scambio, di una vicendevole apertura verso lingue, modi di esprimerle e rispetto di un’inclusività fondamentale per vivere all’interno di una comunità multietnica e globalizzata come quella del Ventunesimo secolo. Nel corso del saggio Monica Buffagni alterna dati tecnici e statistici, necessari per il lettore a capire a che punto siamo e quale sia il percorso di partenza dell’autrice per la propria analisi della società attuale, ad altri più poetici o emotivi, affidando a voci di persone, tra le quali scrittori, poeti, operatori culturali di altre nazionalità che hanno costruito il loro percorso di vita e professionale in Italia, per interrogarsi, e indurre il lettore a farlo, su quanto cammino abbiamo ancora da fare prima di raggiungere un livello di interculturalità più adeguato al mondo che stiamo cercando di costruire. Lo scambio, l’andare l’uno verso l’altro senza determinare quale delle culture che si incontrano debba essere predominante è il primo passo verso un’empatia reciproca, quella in virtù della quale tutto ciò che viene conosciuto si basa sul rispetto reciproco, sulla necessità di conoscere l’altro e di comprenderne le motivazioni, le resistenze e il modo per oltrepassarle attraverso un attento ascolto.

    Di Marta Lock
    Critica d’arte e letteraria

  2. Karim Metref

    E’ uscito nel 2020 per la casa editrice KANAGA, fondata dal poeta italo-senegalese Cheikh Tidiane Gaye, DIVERSA COME TE, di Monica Buffagni.
    Monica, oltre a collaborare con Letterranza con le sue stupende recensioni, è una insegnante-poetessa. O forse una poetessa-insegnante. La missione educativa e la passione per le parole e per la poesia, formano un tutt’uno in Monica. Si abbracciano e si mescolano in continuazione.
    E’ questo connubio tra l’educatrice che considera il proprio lavoro come una missione, un impegno umano e civile, e la scrittrice che considera la poesia la più alta forma di comunicazione tra gli umani, che dà la linfa e la sostanza di questo lavoro.
    “Diversa come te” è uno di quei libri che faccio fatica a catalogare in una categoria precisa. Un saggio? Un manuale? Una riflessione? È tutto questo e anche altri ancora.
    La migliore definizione che sono riuscito a darmi di questo libro è che è l’opera di una insegnante appassionata del suo mestiere, impregnata dalla missione suprema dell’educazione, quella di formare cittadini responsabili e solidali, ben inseriti nel loro ambiente naturale, sociale e culturale. Ma anche ben inseriti nel mondo e nel momento storico in cui vivono.
    La poesia, come mi disse una volta il poeta palestinese Mahmud Darwish, può essere considerata tale solo se attinge ai valori più alti dell’umanesimo: l’amore, la bellezza, la compassione, la solidarietà, la ricerca della pace, l’empatia…
    Lo “strumento” individuato dall’autrice per portare questi valori al centro del fare educativo è l’intercultura. Ma educare in modalità interculturale, ci dice Monica Buffagni, non vuol dire FARE intercultura, come si dice spesso a scuola, ma ESSERE intercultura.
    Il libro consiste in 8 capitoli più una breve prefazione (scritta da Raffaele Mantegaza, una figura di prua della pedagogia interculturale in Italia), una introduzione e un glossario.
    Il primo capitolo riassume un po’ i numeri della presenza di cittadini stranieri in Italia e in particolare nella regione Emilia-Romagna accompagnati da alcuni cenni di analisi sociale dei fenomeni migratori e di diritto dell’immigrazione.
    Il secondo capitolo invece si concentra sulla presenza di alunni di origine straniera nelle scuole italiane in genere e in quelle della regione Emilia-Romagna in particolare.
    I capitoli 4,5,6 e 7 sono approfondimenti sulla dimensione interculturale nell’educazione, teoria, pratica, strumenti e esperienze concrete. Con contenuti speciali, interviste e esperienze vissute.
    L’ultimo capitolo invece è un racconto “ Hami e le gazzelle del vento”. Si tratta della storia di una bambina, Hami, che giocava con le parole nel suo paese e che all’improvviso si trova catapultata in un nuovo paese, di cui non capisce tutte le parole.
    L’intercultura come obiettivo educativo fu introdotta nella scuola italiana all’inizio degli anni 90, in concomitanza con le prime leggi sull’immigrazione. Molti insegnanti continuano a considerare. 3O anni dopo che intercultura è uno strumento per integrare gli studenti stranieri. Il libro di Monica Buffagni viene per ricordare, ancora una volta, che intercultura è ciò che aiuta a integrare gli studenti, tutti, nel mondo di oggi. Uno strumento non utile, ma indispensabile per la sopravvivenza nel mondo globalizzato.

    Karim Metref
    Scrittore e giornalista

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